Le città di vetro – percorso di un artista
La mostra Le città di vetro evoca un percorso artistico già avviato da tempo da Ciccarini e chiaramente illustrato
nel volume monografico “La città delle anime” pubblicato da Skira nel 2014 a cura di Luciano Caprile.
Nello stesso modo però rappresenta una novità: è infatti la seconda delle tappe italiane di una mostra personale itinerante, iniziata in agosto a Bellagio e che, dopo la sede di Bologna, proseguirà al Museo Aurum di Pescara, al Chiostro del Bramante di Roma e alla Cattedrale di Perugia.[…]
Carmine Ciccarini è un artista emerso nel panorama nazionale e internazionale da più di quindici anni e ora pienamente affermato, grazie anche a prestigiose esposizioni in Italia e all’estero[…].
Una pittura metropolitana
È così che il pubblico ha iniziato a conoscere la sua pittura metropolitana fatta di architetture, arditi tagli prospettici – a volte infiniti, altri quasi troppo ravvicinati – pensati per catturare l’attenzione dello spettatore. Sono le strade a fare spesso da punto di fuga; vie deserte che accompagnano lo sguardo verso orizzonti infuocati o viceversa nastri grigi attraversati dal flusso indistinto di sfreccianti automobili e treni, con luci e ombre indistinte, segno di un tempo che corre velocemente, trascinando uomini e cose. Non si può che restare affascinati dalle sagome imponenti degli edifici, dalle originali vedute e dal cromatismo con cui Ciccarini rappresenta le metropoli americane di New York, San Francisco,
Chicago, cui nel tempo si sono aggiunti skylines di città europee come Londra, Parigi, Bilbao, Amstedam e Rotterdam. […]
È una carriera artistica che nasce da un preciso
background intellettuale;
la New York degli anni 1980-90, che l’artista ha frequentato e che gli ha permesso di conoscere nomi noti della Pop art, del movimento artistico dell’East Village e del graffitismo.
Ma ad influenzare la sua arte pittorica sono anche le tematiche care agli intellettuali e ai pittori del Futurismo, come Balla e Boccioni, i concetti di modernità, evoluzione della città, movimento incessante che non riconosce più i ritmi del giorno e della notte.
Altri e ben più complessi risultano i riferimenti a movimenti come la pittura di macchia e l’impressionismo, cui l’artista sembra approdare in alcune delle opere più recenti[…]; da tutto ciò nasce una mostra di ampio respiro, ricca di spunti e riflessioni, cui lo spettatore non può sottrarsi.
Atmosfere: dal teatro, al cinema, alla fotografia
Le atmosfere evocano a volte il teatro ma soprattutto il cinema, che affascina molto Ciccarini, come pure le opere dei grandi fotografi del 900, in particolare laddove sono le tonalità del grigio e del nero a predominare.
Ed è per questo che oltre ad usare la pittura ad olio e acrilico si serve a volte di scatti fotografici che fungono da memoria e divengono la base del mezzo espressivo; la bozza su cui iniziare il lavoro.
Ciccarini propone una tecnica cromatica molto raffinata; il colore, mezzo ma anche materia, è composto da pigmenti rari, stesure corpose e ripetute, pennellate veloci e trattamenti superficiali che servono a creare effetti particolari.
Attraverso la ricerca di un linguaggio diversificato, l’arte di Ciccarini si è fatta nel tempo più intimista, con la rappresentazione di interni di caffè, musei, stazioni e metropolitane, popolate da individui che passano veloci,
assorti nei propri pensieri.[…]
Un artista che vuole suscitare emozioni
Suscitare emozioni è lo scopo primario del maestro: meraviglia, senso dell’immensità ma anche inquietudine
e impotenza dinnanzi ad un mondo che cambia senza noi e di noi, anzi, poco si accorge[…].
Emerge forse l’amara considerazione che la bellezza delle città non riesce ad alleviare l’isolamento umano; anzi lo acuisce, mettendone a nudo l’anima.
L’artista ha cercato un colloquio fra le coscienze; a volte lo ha trovato ma più frequentemente è rimasto a guardare, come da dietro un vetro; una grande finestra su un mondo irraggiungibile, cui si vorrebbe partecipare
ma di cui poi si rifiutano alcuni meccanismi.
Le città di vetro rappresentano la fragilità umana o sono solo lo specchio della sua presunzione? Forse entrambe
le cose se è l’uomo… Nel senso più pieno del concetto rinascimentale e determinarne il senso, il valore storico e umano.