Sensazioni, emozioni, visioni della città per chi la popola e per chi in lontananza la osserva.
Carmine Ciccarini è un artista che ci ha ormai abituato ad un concetto personalissimo di città, quasi una visione, ; da “la solitudine della Metropoli” a “le città di vetro” il passo è breve.
Se, per dirla con M. Paola Lupo (Storica dell’arte e curatrice della recente “Cities of glass”) “Quelle di Carmine Ciccarini sono megalopoli contemporanee che si mostrano in tutto il loro lirico realismo, attraendo lo sguardo con mille luci e grandiose architetture; esse danno la sensazione di essere invincibili, immortali; ma in realtà sotto le imponenti strutture di cemento armato e ferro nascondono la loro fragilità. La fragilità degli esseri umani che le abitano e che le hanno costruite così imponenti”; la città ciccariniana dà di sé un’immagine imponente, ma chi la abita si rivela in tutta la sua umana fragilità; la “visione della città” evolve ancora. Lo skyline diventa meno distinto, le pennellate si fanno quasi astratte, meno definite e quasi sfocate.
La presenza umana assume differenti accezioni.
All’artista non interessa ritrarre la presenza degli uomini in quanto tali ma i “simboli di civiltà”; palazzi, monumenti, lampioni, addirittura le strisce pedonali, divengono i protagonisti di opere che si imprimono nella memoria, come delle istantanee fotografiche, che ci portano a riflettere sulla condizione dell’uomo moderno (“Gira il mondo gira”), che attraverso la multiforme artificialità delle metropoli ricerca sé stesso senza mai trovarsi veramente.
Gli strumenti con cui l’artista effettua questo passaggio sono soprattutto le scelte cromatiche; Letizia Montalbano, più volte curatrice delle sue mostre, ha scritto:”Ciccarini propone una tecnica cromatica molto raffinata; il colore, mezzo ma anche materia, è composto da pigmenti rari, stesure corpose e ripetute, pennellate veloci e trattamenti superficiali che servono a creare effetti particolari.”, ma anche nella scelta delle atmosfere; a volte fotogrammi definiti e intensi, altre volte orizzonti impenetrabili, diafani e lontani evocati da trasparenze raffinate.
“Suscitare emozioni è lo scopo primario del maestro: meraviglia, senso dell’immensità ma anche inquietudine e impotenza dinnanzi ad un mondo che cambia senza noi e di noi, anzi, poco si accorge”, per citare ancora la Montalbano.
Walter Pedullà ha scritto sull’artista come uno degli obiettivi delle sue opere sia “Amalgamare la materia, tra cinematografia, pittura, fotografia e letteratura”; ne “La visione della città” questa materia si fonde in un cromatismo quasi musicale ed allora il fotogramma si trasforma e diventa materia astratta alla quale il pennello dell’artista restituisce la sua armonia.
Per citare da ultimo Strinati; “del maestro Ciccarini, pittore dalla tecnica ragguardevole, trapela un remoto ricordo delle avanguardie, ma la costruzione della forma pittorica è totalmente sua e non è debitrice verso nessuno. L’intensa vena lirica lo proietta verso una identità artistica personale; superiore a quella dei maestri già affermati. Lui è nel futuro dell’arte.”
Carmine Ciccarini – La Visione della Città – Comunicato stampa
dal 8 giugno al 9 luglio 2017
Mu.Mi. – Museo Michetti – piazza San Domenico 1 – Francavilla al Mare (CH)
Alcune opere del maestro Carmine Ciccarini sono esposte al museo Michetti di Francavilla al Mare fino al prossimo 9 luglio; con “La Visione della Città” prosegue il cammino evolutivo dell’artista che ci ha ormai abituato al suo personalissimo concetto di città; con le sue megalopoli mostrate in tutto il loro lirico realismo.
E’ stato scritto come uno deglio obiettivi delle opere del maestro sia “amalgamare la materia”, con contaminazioni tra astrattismo e barocco, tra cinema, pittura, fotografia e letteratura; negli ultimi lavori esposti questa materia si fonde in un cromatismo che possiamo definire “musicale” ed allora il fotogramma tanto caro a Ciccarini si trasforma e diventa materia astratta alla quale il pennello dell’artista restituisce la sua armonia.
Un uso sapiente degli azzurri e le inquadrature panoramiche a volo d’uccello rendono i quadri di questo artista unici. Ritmo ed armonia nei segni geometrici che si incrociano :una vera sinfonia di modernita’