L’evoluzione minimalista della città

 L’artista descrive in prima persona una “evoluzione minimalista”

Dopo aver prodotto per anni immagini metropolitane filtrate attraverso la memoria di foto, filmati, produzioni cinematografiche e sensazioni trasmesse dai grandi autori americani; ho deciso che la produzione molto ricca di particolari di questi anni verrà resa più minimalista.

Pur non arrivando mai al reale minimalismo dei Celant, Bonami, Dorfles, Corà e tutti i critici che a mio avviso hanno trasferito il testamento spirituale dell’arte italiana, dal Duecento fino ai Futuristi, in un campo preda di galleristi con scarso senso dell’arte, trasfigurando il talento artistico in un mero business in cui l’arte diventa prodotto economico fine a sé stesso, la visione della città diviene l’unica espressione di quello che è l’attuale mondo e le persone che lo vivono. Un mondo senza poesia, senza comunicazione, senza un futuro…

Un mondo alla Carver.

Central Station – olio su tela 80×60

 

Passeggiata parigina – olio su tela – 50×40

 

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