Cities of Glass – Museo Aurum Pescara

Si svolgerà dal 2 al 17 febbraio prossimi, presso il Museo Aurum, Sala degli Alambicchi a Pescara la personale “Cities of Glass”, naturale prosecuzione delle precedenti “Le Città di Vetro” di Como e Bologna, curata dalla storica dell’arte M.Paola Lupo.

Una trentina di Opere a carattere Metropolitano

alcune esposte per la prima volta tra cui:

Visiting Tate Modern 2 - olio su tela - 50x50 - 2017
Visiting Tate Modern 2 – olio su tela – 50×50 – 2017
Visiting Tate Modern1 - olio su tela - 70x45 - 2017
Visiting Tate Modern1 – olio su tela – 70×45 – 2017
Zebra crossing - olio su tela - 100x70 - 2017
Zebra crossing – olio su tela – 100×70 – 2017
Genova - olio su tela - 95x50 - 2017
Genova – olio su tela – 95×50 – 2017

 

Solo come un cane - olio su tela - 50x40 - 2017
Solo come un cane – olio su tela – 50×40 – 2017

Ritorna lo stile metropolitano ed introspettivo dell’artista…..

Pescara_cop1WEB

E per dirla con Maria Paola Lupo, storica dell’arte e curatrice della mostra dell’Aurum:

Quelle di Carmine Ciccarini sono megalopoli contemporanee
che si mostrano in tutto il loro lirico realismo,
attraendo lo sguardo con mille luci e grandiose architetture.
Danno la sensazione di essere invincibili, immortali,
ma in realtà sotto le imponenti strutture di
cemento armato e ferro nascondono la loro fragilità,
la fragilità degli esseri umani che le abitano e che le
hanno costruite così imponenti.
Attraverso le sue personalissime visioni Ciccarini narra
un’umanità sedotta dalla vita mondana e dalla
richezza delle metropoli, ma che al tempo stesso vaga
in esse in profonda solitudine, […]

Le città di Ciccarini sono città di vetro, imponenti e fragili,
bellissime e mostruose allo stesso tempo, all’artista non
interessa ritrarre la presenza umana in quanto tale ma i
“simboli di civiltà”: palazzi, monumenti, lampioni, addirittura
le strisce pedonali divengono i protagonisti di opere
che si imprimono nella memoria, come delle istantanee
fotografiche, che ci portano a riflettere sulla condizione
dell’uomo moderno, che attraverso la multiforme
artificialità delle metropoli ricerca sé stesso senza mai trovarsi
veramente.

Oppure come scrive Giammarco Puntelli, critico, in occasione della esposizione di esordio a Como, “Le Città di Vetro”:

Solo lui. Solo lui avrebbe potuto dipanare un gomitolo
tanto intricato nel quale plot e personaggi si cercano, si
confondono, in un teatro che appare vietato al racconto
della verità e nel quale l’equivoco, l’ambiguità e la solitudine
diventano gli unici colori possibili di una vita che
una letteratura postmoderna ha trasformato in un puro
esercizio da mentalista.

Un viaggio tutto da scoprire nelle città vetro, trasposizione sulla tela della solitudine e della fragilità dell’animo dell’uomo moderno.

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