Walter Pedullà – Città di vetro, tra Futurismo e Ipermetropolitanismo

“Amalgamare la materia”, tra cinematografia, pittura, fotografia e letteratura

Ciccarini riesce ad amalgamare in un’unica materia, cinematografia, fotografia, pittura e letteratura: le sue città intrise di mistero e melanconia con la loro luce giallastra, glauca, riportano spesso alla letteratura; Auster, Faulkner, Steinbeck e Truman Capote. Città in un tempo senza tempo. Diceva il vero la Acidini quando affermava che Ciccarini restituiva poesia a materiali indifferenti, cemento vetro e acciaio, ed il noto critico del Futurismo Luigi Tallarico aggiungeva: ” Il giovane maestro ha continuato idealmente l’opera di Balla, che riferiva le sue opere ad un’era premetropolitana, proseguendola fino all’ipermetropolitanismo ed in un certo senso superando il grande maestro futurista”.

Le opere di Ciccarini sono meravigliosi affreschi di poesia e letteratura, specie americana, avendo l’artista vissuto in questi luoghi, con un alto livello tecnico dove alla “macchia” si può aggiungere il movimento tanto caro ai Futuristi; l’impressionismo è una sorta di iperverismo fotografico. Tutto in una elaborazione armonica ed equilibrata mai vista prima a mia memoria.

Si osservano inquadrature che sanno di cinematografia, ma anche della tecnica delle foto allargate caratteristica di Richter.

Qualcuno, osservando i quadri dell’artista, ha notato una certa similitudine con Hopper, ma è solo un’impressione rapida e superficiale; la pittura di Ciccarini è molto più complessa, molto più ricca e contemporanea; gli elementi iconografici sono una piccola parte rispetto a input ideologici e psicologici. Le città di vetro sono l’anima degli uomini solitari e afflitti dalla vita moderna; delle personalità schiacciate dall’ipemodernismo di cui non faranno mai parte.

Opere come The man with red umbrella, The tube, The shard, Waiting, Rain man, solo per citarne alcune,

Rain Man - olio su tela 60x80 - 2015
Rain Man – olio su tela 60×80 – 2015
Waiting - olio su tela - 80x100 - 2012
Waiting – olio su tela – 80×100 – 2012

sono il manifesto dell’uomo schiacciato dal traffico, dalle ombre di grattacieli giganteschi – appunto di vetro – che riflettono una vita insignificante.

Ciccarini, dal canto suo, ha avuto una vita straordinaria, fatta di conoscenze e frequentazioni importanti.

Ha conosciuto Fernanda Pivano e, tramite lei, la nuova letteratura americana: da Auster a McInamy, da Corso a Ferlinghetti nella sua casa editrice di San Francisco. A Montepulciano è venuto a contatto con Elemir Zolla ed ha conosciuto il grande poeta Ceronetti; a Modena, e poi nel suo appartamento di Great Jones Street, in un loft di Andy Warhol, ha frequentato, seppur brevemente, J.M. Basquiat.

Nei set cinematografici è stato oculista di scena di film come Il paziente Inglese di Minghella o di Letters to Juliet con Vanessa Redgrave. Senza considerare gli scenografi come Guerra ed Angelucci. Tutto questo gli ha permesso di costruirsi immagini e sensazioni che poi ha riportato nelle sue opere uniche.

Walter Pedullà – saggista, critico letterario e giornalista
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